Paolo, che lavoro fai?
Faccio l’integratore, nel senso che cerco di integrare i tre miei campi di professionali: insegnare inglese ai bambini, insegnare metodologia in corsi di formazione per insegnanti e produrre materiale didattico.
Ho avuto la fortuna di incontrare un paio di straordinari insegnanti di musica (sono diplomato in flauto traverso e suono anche altri strumenti) e di canto (ho studiato col Maestro Giovanni Maria Rossi, musicoterapeuta di fama internazionale). E cerco di integrare il tutto…
In una parola, qual è il tuo “credo metodologico”?
Prima di imparare a parlare in una lingua straniera, bisogna imparare ad ascoltare in quella lingua. Questo perché i suoni armonici presenti nella voce di chi parla inglese sono diversi da chi parla francese, spagnolo, russo.
Chi vive in un ambiente in cui sente parlare solo italiano crescerà abituando progressivamente il proprio orecchio a sentire bene certi suoni (quelli tipici dell’italiano, appunto) e a trascurare altri suoni (quelli che l’italiano non contiene).
Se una persona non si riappropria dei suoni che non percepisce bene, sarà impossibile che li possa riprodurre correttamente.
Come è possibile imparare ad ascoltare di più e meglio?
Con esercizi specifici e, soprattutto, con il canto.
Negli anni ho messo a punto una serie di canzoni e attività che stanno dando risultati molto incoraggianti. Molto di questo materiale è disponibile, via mail. E la ricerca, continua…
Questo sul metodo. E sui contenuti?
Metodo e contenuti sono inscindibili. Perché una persona possa sentirci bene, deve sentirsi bene.
Perciò i contenuti delle attività linguistiche devono aiutare lo studente a sentirsi bene: educazione all’accettazione di se stessi, dell’altro, al perdono, al divertimento, al rispetto.
Progetti?
Certo! Sto cercando di sviluppare nuovi materiali. In una parola, continuo a studiare, per poter offrire progetti consistenti e sostanziosi.
CD audio con canzoni già realizzate e adatte alla scuola primaria si possono richiedere via mail.